Le cose belle all’improvviso II

A fine marzo la nuovissima primavera a volte gioca e con una capriola fa tutto scuro. Questo strapuntino di scoglio è accogliente come se mi attendesse da sempre. In cielo è un continuo viavai: frullano i gabbiani e qualche altro uccelletto cinguetta, prilla, volteggia, segue traiettorie e se ne frega se non lo riconosco.

Ve l’avevo già detto una volta che le cose belle arrivano all’improvviso, ci prendono per mano e ci conducono nell’altrove. Ve lo ricordate non è vero?

Vi guardo seduti poco più avanti e, forse, state dando un altro nome al mare. Penso tra me e me: ma voi da dove siete saltati fuori? Eravate lì anche prima?

Come lo scrivo adesso che vi rubate i baci senza sentire il peso della gioia? Ora che ci penso meglio, questo accrocchio di parole sfuse che prova malamente a raccontarvi mica vi somiglia! Vado via ma prima vi lascio questo spazio su Intrusioni (e se per miracolo li riconoscete fateglielo leggere!). 

Vi dico un’ultima cosa. Potevate rincorrere l’effimero, popolare il vuoto di volti, difendere le malinconie assieme a qualche altro povero diavolo e invece avete compiuto la scelta più pazza e coraggiosa di tutte:

sotto questo cielo grigio
e un poco lieve,
tu che ami lei
e lei che ama te.

 

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