Un risveglio di giugno

Sono un viaggiatore. È una condizione esistenziale non solo mia ma di tutti gli esseri umani. Cerchiamo di combattere il pensiero della finitezza di tutte le cose, lasciando qualcosa dietro di noi, il segno del nostro transito: figli, amici, luoghi di vita e riparo; fin quando esiste qualcuno che, in questo mondo, avrà memoria di noi, allora noi continueremo a vivere. Eppure l’esistenza è un transito, un viaggio breve che si scontra con il più profondo ed incomprensibile dei paradossi: esistiamo per incontrarci, per amare, per condividere e poi scompariamo per sempre. La nostra intera esistenza è un frammento di attimo in mezzo a due interminabili eternità nelle quali esistono tutte le cose di ieri e di domani.

Stamattina mi sono svegliato in compagnia di buoni amici in un meraviglioso appartamento a Sperlonga, con un piccolo balconcino a picco sul Mar Tirreno. Ridiamo, scherziamo, ci facciamo il bagno e ci prendiamo un po’ in giro tutto il giorno. Poi, in serata, all’ora del tramonto, rientriamo tutti in casa dalla spiaggia. Il cielo è incerto ma al tramonto rosseggia tutto. Prepariamo la cena con le friselle, i pomodori ed il basilico, le alici, la mozzarella e qualche oliva scura di Gaeta poco condita. Cose semplici e garbate. Il vino è già in fresco.

Sono davvero grato per tutto quello che ho.

Intrusioni