Appunti corsi

Negli occhi degli altri siamo tanti, ci moltiplichiamo, divenendo al contempo chi non siamo e chi vorremmo essere.

In questi giorni pieni di tante cose, sono grato perché l’universo si sta schiudendo esattamente come dovrebbe, lasciando che io, come nel déjà vu che torna da un angolo della memoria, mi scopra stupito a testimoniare tutti i nomi di Dio: uno era nel vento di mare che arrotonda le coste corse; uno nel volo dell’ape; uno nella mia mano che tocca i grani di sabbia o la terra da cui raccolgo un ciottolo o un vetro levigato (per portare con me il Genio dei Luoghi); uno era pure nella corsa del cavallo; un altro nella libertà di certi animali selvatici e l’ultimo era nella luce rossa del tramonto che incendia i calanchi.

Basta poco per vivere attimi purissimi di gioia, ritrovandoci esattamente nell’angolo di mondo in cui dovremmo essere, non è vero?

Ora le parole di Chandra Candiani risuonano come una preghiera per superare i tempi incerti; il mantra quieto che ci guida fuori dalla caverna delle ombre: “Dammi l’acqua, dammi la mano, dammi la tua parola che siamo nello stesso mondo”.

Prendi l’acqua.

Prendi la mano.

Prendi questo mondo in cui siamo.

 

Intrusioni