Un pensiero di fine anno (Sul tempo che passa)

“I cuori umani battono dappertutto”, lo scriveva Kerouac e lui ha quasi sempre ragione. I nostri continuano a battere senza una direzione, dispersi in una zona grigia tra il passato e il futuro, e fanno rumore come quei segnali radio indecifrabili che provengono dallo spazio profondo.

Il 2022 sta terminando e il 2023 non è ancora cominciato e io mi trovo a riflettere sul tempo che passa; sulla straordinaria velocità con la quale si allontanano le cose importanti. Ve ne siete accorti anche voi, no? “Ma già sono trascorsi x anni da quando…”, “sembra ieri che…”. Non vi capita di fare questi pensieri? A me spessissimo. Saranno i trent’anni…

Il tempo cambia tutte le cose e se siamo fortunati la nostra evoluzione interiore, di tanto in tanto, si rivela restituendoci alcune consapevolezze. Mi dicevi: “Un giorno diventerai bravo, andrai avanti fino a sparire” e oggi che so di poterlo fare davvero, di poter prendere un autobus sbagliato nella zona orientale della penisola balcanica, o di salire su un treno prima di decidere la destinazione, ecco, ora che so tutto questo, mi resta solo immaginare la tua risposta, vedendomi tornare. Mi diresti: “finalmente riesci a far perdere le tue tracce. L’avevi sempre desiderato”.

E quindi la vita prosegue, fa il suo corso senza curarsi di noi e dei nostri transiti, dei cambiamenti interiori. I giorni scorrono tutti uguali in questo tempo vago.

Volevo lasciarvi un pensiero.

Oltre duemila anni fa i Re Magi – i tre capi del regno leggendario di Agharti – omaggiarono il bambinello nella mangiatoia: uno offrì dell’oro, salutandolo come “Re”; uno offrì l’incenso e lo salutò come “Sacerdote”; l’ultimo offrì la mirra, il balsamo d’incorruttibilità – immagine dell’Amrita – e lo salutò come “Profeta”.

Tuttavia, prima di giungere lì c’era una lunga ed impervia strada da percorrere nel cuore della Persia e allora vi lascio con queste parole, lette da qualche parte, e attribuite a Giovanni Crisostomo da Antiochia:

“I Magi non si misero in cammino perché avevano visto la stella ma videro la stella perché si erano messi in cammino”

Vi fa riflettere?

 

 

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