Contrabbando e anticapitalismo

Non so se la notizia che ho letto stamattina in rassegna stampa sia vera. Sicuramente potrebbe essere uno degli argomenti di un buon libro biografico che il diretto interessato dovrebbe scrivere o, al più, farsi scrivere. Se fosse una puntata di “Blu Notte”, Carlo Lucarelli la inizierebbe con un “questa è una storia di spie”, su questo non c’è dubbio.
 
Mi riferisco alla vicenda surreale, che somiglia vagamente ad una barzelletta, del primo ministro albanese che si organizza con un ragazzo napoletano per portare, dall’altro lato dell’Adriatico, delle partite di vaccino contrabbandate. Una storia che richiama, nel mio immaginario, la pirateria dei XVI° secolo e gli antichi traffici adriatici, da costa a costa, quando si fuggiva dagli Ottomani e si rubava alla Serenissima di Venezia.
Il ragazzo napoletano, ovviamente, non è uno qualunque: è Luigi Di Maio, quel giovane di Pomigliano d’Arco passato, di scelta in scelta – a testimonianza che nella politica il tempismo, la rapidità d’esecuzione e il colpo d’occhio sono tutto -, dalle scale dello Stadio San Paolo di Napoli, a divenire Ministro degli Esteri (Viva l’ascensore sociale! viva la Repubblica!).
 
Il socialista dei balcani e il napoletano alla Farnesina, dicevo, che si organizzano per “fregare” una multinazionale e portare migliaia (decine di migliaia? centinaia di migliaia?) di dosi di vaccino dall’altro lato del mare, nonostante le clausole firmate dal governo italiano sulle forniture impediscano la rivendita o la cessione a terzi.
 
La vicenda non è molto chiara, in verità. Ne ha parlato il Primo Ministro, Edi Rama, ad un convegno a Bergamo, citando i “contratti imperialisti e capitalisti” (!!!) di Pzifer e una non meglio precisata “operazione con i servizi segreti” italiani, definendola “una cosa incredibile”, spericolata, da pazzi.
 
Da romantico appassionato di storie di contrabbando, sogno che lo scenario sia stata una goletta a due alberi in Mare Adriatico, anche se lo scambio sarà verosimilmente avvenuto “col favore delle tenebre” (cit.) a Fiumicino. A prescindere da come sia andata, sentire il primo ministro albanese che si rivolge al responsabile della Farnesina con un “Adesso ti daranno pure del contrabbandiere ma, Luigi, ormai sei un uomo libero”, dà la misura degli anni di autentica follia che abbiamo vissuto nella XVIIIª legislatura: quella cominciata col governo più a destra della storia repubblicana, proseguita col governo più a sinistra, terminata col governo di (quasi) tutti.
Che Paese meraviglioso.
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