Domandandoci dove fossero le sonde Voyager in questo momento, avevamo già affrontato il tema dello spazio profondo. Da secoli l’umanità si interroga su una domanda che accende l’immaginazione: siamo davvero soli nell’universo? La fantascienza ha provato a rispondere con figure iconiche di alieni, ognuna con caratteristiche fisiche e psicologiche che riflettono tanto le nostre paure quanto i nostri sogni. Ma se partissimo proprio da queste descrizioni letterarie e cinematografiche per chiederci: su quali pianeti noti oggi potrebbero vivere davvero?
I “Grigi”: occhi enormi e mondi crepuscolari
Nella letteratura e nel cinema i “grigi” sono tra gli alieni più noti. Li incontriamo in opere come Communion di Whitley Strieber (che ispirò l’omonimo film) o nei racconti UFO degli anni ’50.
Vengono descritti come piccoli, con occhi neri e smisurati, pelle liscia e grigiastra, bocca ridotta. Queste caratteristiche fanno pensare a esseri adattati a un mondo con luce fioca e costante, magari pianeti bloccati marealmente attorno a nane rosse, dove un lato è sempre notte e l’altro sempre giorno.
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Dove potrebbero vivere oggi? Un ottimo candidato è LHS 1140 b, pianeta extrasolare con possibile atmosfera ricca di azoto e acqua. In alternativa, Proxima Centauri b, il pianeta più vicino a noi, potrebbe offrire una “zona del terminatore” adatta a una specie come i Grigi.
 
I Rettiliani: forza, squame e climi roventi
I rettiliani, popolari nella narrativa complottistica e in romanzi come Shadows of the Empire, sono descritti come umanoidi alti, con pelle squamosa, occhi verticali e corporatura possente. La loro fisiologia ricorda quella dei rettili terrestri, che richiedono calore esterno per mantenersi attivi.
Questi indizi rimandano a un pianeta caldo, arido o giunglesco, con atmosfere dense e giornate lunghe.
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Candidato ideale? Kepler-452b, noto come il “cugino della Terra”, situato nella zona abitabile di una stella simile al Sole. Potrebbe avere un clima più caldo del nostro, perfetto per una civiltà “rettiloide”.
 
Gli Insettoidi: società-alveare tra deserti e foreste
In opere come Ender’s Game di Orson Scott Card, gli alieni sono spesso rappresentati come insettoidi, creature con esoscheletro e società collettive.
Il loro corpo resistente li rende perfetti per pianeti con climi estremi, dove la protezione naturale è vitale.
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Dove potrebbero trovarsi? Pianeti desertici come Gliese 581c, più vicini alla loro stella e soggetti a forti radiazioni, ma con sacche di zone abitabili.
 
Gli Acquatici: creature degli oceani cosmici
Da Abyss fino a romanzi meno noti come The Swarm di Frank Schätzing, la fantascienza immagina specie acquatiche avanzate.
Questi alieni vivrebbero in mondi interamente ricoperti d’acqua, noti oggi come Hycean worlds.
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Un esempio reale? Kepler-22b o LHS 1140 b potrebbero nascondere oceani immensi, con vita evoluta simile a intelligenze marine.
 
Perché queste ipotesi ci affascinano
Le civiltà aliene della fantascienza non sono solo invenzioni: riflettono ambienti plausibili secondo l’astrobiologia moderna. Occhi enormi, pelle squamosa, esoscheletri o forme acquatiche diventano indizi per immaginare mondi reali: da pianeti in orbita attorno a nane rosse a super-Terre più calde della nostra, fino a oceani globali senza continenti.
La letteratura e la scienza si incontrano in un gioco affascinante: ogni volta che un telescopio scopre un nuovo pianeta, non possiamo fare a meno di chiederci se lì fuori, tra deserti roventi e oceani infiniti, si nascondano davvero i volti che la fantascienza ha dipinto.
